IL “VITIGNO” CANAIOLO

L’origine di questo vitigno è incerta ma comunque molto antica avendone le prime citazioni già nel 1300 dove gli scritti ne parlano come di “una bellissima uva e da serbare”. Il nome sembra derivare dal fatto che il periodo dell’invaiatura cade nei “giorni canicolari” (24 luglio-24 agosto), oppure dal caratteristico sapore amarognolo che ricorda la rosa canina. Per molto tempo ha subito un’erronea identificazione con altre varietà di uve nelle coltivazioni promiscue, in particolare con il Sangiovese e il Ciliegiolo soprattutto in Toscana, la sua area di diffusione più vasta. E’ uno dei vitigni storici della formulazione tradizionale del Chianti e ancora oggi può essere usato come uva complementare nei disciplinari di produzione di alcune delle DOCG regionali più famose: Chianti Classico, Nobile di Montepulciano e Carmignano.

IL “VINO” CANAIOLO

Raramente questo vitigno viene vinificato in purezza, ma esistono aziende in Tosca e Umbria che stanno portando avanti esperimenti con buoni risultati. Le caratteristiche organolettiche di questi vini sono di un buon grado alcolico, un corpo abbastanza ricco e buona morbidezza, aromi di frutta rossa con leggero finale amarognolo.