IL “VITIGNO NEGRAMARO”

Il nome del più importante vitigno pugliese è citato ufficialmente per la prima volta solo nell’Ottocento, ma l’origine del Suo nome è tuttora un dibattito in corso. L’oggetto del “contendere” è ciò che segue il prefisso NEGRO, cioè l’AMARO. Per alcuni si riferisce alla ricchezza e potenza dei Suoi tannini; per alcuni deriva dal termine Greco mavro che indicherebbe (unito a nigro) la profondità e impenetrabilità del Suo colore: nero-nero; per alcuni, che ne contestano l’origine ellenica, fa fede la testimonianza storica scritta che nell’Ottocento parla di un vitigno chiamato Negro Dolce che si opponeva a quello “amaro”; per alcuni il nome deriva da una espressione dialettale niunu maru che descrive il colore scuro ed il sapore amaro di questo vino. Insomma l’unica conclusione certa a cui si può arrivare è che il rapporto tra questo vitigno di grande qualità e la Puglia (in particolare il Salento) è radicato in una cultura vitivinicola millenaria.

Vino Negramaro

IL “VINO NEGRAMARO”

Uva impiegata esclusivamente per la vinificazione, preferibilmente in purezza, produce un vino di colore rosso rubino molto scuro, quasi impenetrabile, con evidenti riflessi violacei. I profumi sono intensi e complessi di frutti a bacca rossa, in particolare ciliegie, frutti sotto spirito e pepe. Al palato presenta un gusto pieno, caldo e morbido dovuto alla sua alta alcolicità che comunque è ben bilanciata da tannini potenti a buona acidità. Si produce anche un vino Rosato di buone caratteristiche, profumato e buona acidità.

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